Il paesaggio che riveli ad ogni respiro è disperso
colline che si disfano sul palmo della mano destra
torrenti che contraddici con la sinistra un cielo perso
nubi di fango salmastro che ruotano come una giostra
nulla di decifrabile di schiarito nella tua voce.
Ma tramandando a te stessa l’esilio così ereditato
un paesaggio e la sua morte sul punto di infrangersi in esso
perché ne accogli il deflusso lo assecondi con le tue mani?
si profilano tutto attorno orli di separazione
l’addio si sparse in rottami in luoghi stremati dal nome.
[Toti Scialoja, da Le costellazioni (esametri 1992-1996)]
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