Del sogno del senso del dono. E due. Anzi, tre. Parole nove.

(Post-it diviso per tre, di-versi, tenaci e lontani, che anche se non si conoscono hanno in comune qualcosa che sta in questi versi.)


<< Dormono tutte le cause chiuse nei loro chiusi
e le teste mozze degli Archetipi a terra stanno >>.

Cusì ze sta dito in alto da quei che sa.
E noàltri cosa faremo?
Noàltri che no savémo lèzar né scrìvar
cosa diremo?
Balbetarémo nòve parole?
Chi ne darà i nòvi segni?
A B C D E…
come li metarémo insieme de no’vo?

No vegnarà nesùn a salvàrne de fòra via.
Ne tocarà a noàltri rangiàrse
rebaltàndose zo
rampegàndose su
de sto potzo dea vita.
Par vegnérghene fòra
da noàltri soli
par capir e capìrse.

<<In fiori della solitudine>>
quei che scrive i poeti
nesùn li agiutarà a sercàrli.

No in preti de le Ciéze
no in preti dei Studi
né quei del Governo
che oramài ze za a caza
ma in pòri cani
che se arabàta
noàltri li trovarémo.

E zveiarémo le Cause che dorme
par conto nostro e de tuti
e invidarémo le teste tagiàde
sui so còli driti
e ghe diremo a una a una
a una a una
PARLA.

[Ernesto Calzavara, da Come se,1974, traduzione dell’autore*]

[* << Dormono tutte le cause chiuse nei loro chiusi/ e le teste mozze degli Archetipi a terra stanno >>./ Così è stato detto in alto da quelli che sanno./ E noi cosa faremo? / Noi che non sappiamo leggere né scrivere/ cosa diremo?/ Balbetteremo parole nuove?/ Chi ci darà i nuovi segni? / A B C D E…/ come li metteremo di nuovo insieme?// Da fuori non verrà nessuno a salvarci./ Toccherà a noi arrangiarci/ capitombolando/ arrampicandoci/ per in muri lisci/ di questo pozzo della vita./ Per venircene fuori/ da soli/ per capire e capirci.// << In fiori della solitudine >>/ quelli che scrivono i poeti/ nessuno li aiuterà a cercarli.// Non in preti delle Chiese/ non in preti delle Università/ né quelli del Governo/ che ormai sono già a casa/ ma in poveri cani/ che si arrabattano/ noialtri li troveremo.// E sveglieremo le Cause che dormono/ per conto nostro e di tutti/ e avviteremo le teste tagliate/ sui loro colli diritti/ e gli diremo a una a una/ a una a una/ PARLA.]

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4 Commenti a “Del sogno del senso del dono. E due. Anzi, tre. Parole nove.”

  1. Dichtung ha detto:

    GARIEZ/RAGIZE/ZIEGRA/ZIAGRE/GAZIRE/RIAGEZ…

  2. alex321 ha detto:



    ringrazio e sorrido

  3. keroppa ha detto:

    Ma grazie de che? Manco l’avessi scritta io. Bitte sehr, comunque. E riagèz (mi suona con la e aperta, non so perché) a voi che mi emergete in coro dentro certe righe-calderone come queste.

    (era per per fare un po’ di presentazioni, via)

    [ah, e riagèz mi suona pure con l’occlusiva velare sonora… se uno di voi Marschall sa dirmene il motivo mi fa un enorme favore… 😉 ]

  4. Dichtung ha detto:

    Mi suona esattamente come dice lei 🙂

    La spiegazione? Cerco di dargliene una, parziale, nella mia lingua madre: E cosa sarìa mai una “e” serada? Aria, aria, qua xe verzi tuto.

    Per l’occlusiva velare sonora chiederei all’altro Marschall, se sta in ascolto.

    a ririagèz e piacere al compagno di coro 🙂

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