Debole. Sulla soglia, ancora una volta, i contorni sfumano e la tua presenza si fa… debole. Inconsistente quasi, ché se ti toccano ti attraversano senza farti alcun* male.
– Eh, quell’aria…
– Eh?
– Quell’aria che prendi ogni volta che stai per partire.
– Ma quale, scusa?
– Boh. Quell’aria… nuova. Quella che ti viene appena fissi la data della prossima partenza. Può essere fra due giorni o sei mesi, ma appena sai che devi partire ti viene quell’espressione.
– Eh, ma a cosa ti riferisci esatt….?
– Ma… ma, ma, ma, ma a niente, NIENTE! Ma quanti ma, ma quanta cos’ che bbuo’ sape’!
– Vabbuo’, ma io volevo solo…
– Oh, ma chettifrega, atté? Tanto non la puoi mica vedere… lasciala a chi ti sta intorno e non ci rompere. E muoviti con quella valigia!
– …
– Che poi che diamine, tu che ti anticipi sempre… ma comm’è che oggi hai fatto così tardi?
*(ehm… quasi)
preannunciata da una trombadaria.
Faccio del mio meglio, potendo.
(e a lei non l’ha presa, la trombadaria, no?)