(In)cedere

Primi vengono i pioppi, i bianchi, i grigi e i neri.

Poi la betulla e il tiglio, l’acero di campo e l’olmo col cugino bagolaro. Il suo sambuco, anche.

Poi i carpini, le acacie, tulipìferi e gli ippocastani.

In gran corteo si svegliano ancora i salici – da ceste, grigi, bianchi, rossi, ripaioli.

Ultimi, grandi, calmi, vengono i platani a forma di acero, e gli aceri a forma di platano.


[E in una piazza si scorge, rigoglioso e sprezzante, l’inconfondibile verde scontroso di un gruppo di lecci disposti in fila, con tutti i penduli fiorellini prepotenti esposti a sud. Oh. Se ce la può fare un leccio, quassù, allora sì che un eucalipto non ha niente di cui preoccuparsi…!]

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6 Commenti a “(In)cedere”

  1. manuelcalavera ha detto:

    dimentichi in che mani è, l’eucalipto.

  2. keroppa ha detto:

    Volevo partecipare.

    Ma veramente, calave’, se a queste latitudini ci sta pure quello sprùcido del Grande Padre della macchia mediterranea… 😉

  3. cagate ha detto:

    qua, dinnazi a me, un bellissimo sambuco..

  4. keroppa ha detto:

    😀

    Preso! Grazie!

  5. utente anonimo ha detto:

    mh, stanotte ho sognato che l’eucalipto era coperto di lumachine nere bavose: non cerchiamo interpretazioni psicanalitiche, era vera angoscia da botanica primipara. invece la creatura sta bene. conto le foglie, io.

    baci 🙂

    manu

  6. cagate ha detto:

    di nulla… grazie a te 🙂

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