Geocarpìa (di una parola)

Che voglia di correre. Camminare. Lavorare. Sudare. Usare questo corpo in qualche modo. Usarlo. Restituire un po’ di quello che mi è stato dato. Cambiare. Scambiare.
Le mappe non si disegnano in solitudine. O almeno io non so farlo, non ho le mani adatte. L’incontro, l’incrocio che strappa via dalla strada già battuta, dalla linea retta (che non esiste) è quello che genera il mondo che contiene parole e storie (che esiste), e in cui si può e si deve entrare. Il cambio di stato. Il cerchio sulla superficie prima ferma dell’acqua. L’eco. Il suono. La voce. Gli spostamenti di direzione in ferrovia. Scambi.

Scambiare. Uno scambio. Per un cambio. E un cambio. Per uno scambio.
E lèvati, dannazione, ché mi serve quella leva.
Si scambia tutto per tutt’altro.
E scambiamo, allora.
Scambiamo?

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8 Commenti a “Geocarpìa (di una parola)”

  1. manuelcalavera ha detto:

    se usi quell’accetta lì, perdiamo ancora una volta una mano.

  2. keroppa ha detto:

    Anto: c’è (ris)posta per te.

    Calave’: mano? Eh. Se l’avesse usata, in vita, saprebbe che non c’è rischio per le mani, ma per i piedi.

    Ma cos’è, non me ne ha mica già persa una?

  3. manuelcalavera ha detto:

    ma no, paventavo distorsioni o malanni analoghi ad articolazioni e polsi.

  4. keroppa ha detto:

    (*sfiora la testa metallica della scure con gesto scaramantico*)

  5. utente anonimo ha detto:

    c’è ris(ris) posta per te cara

    Anto

  6. utente anonimo ha detto:

    Geografia è proprio questo.

    nico’

  7. keroppa ha detto:

    Ah!

    Nico’! 🙂

    Questo cosa?

  8. cometacaduta ha detto:

    Lo’… l’assenza di linee rette.

    (Maggiori informazioni fra la posta di ieri).

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