Dopo averla sentita, non è più la stessa cosa. Tu non sei più la stessa persona di prima. Niente è più come prima. Guardo la crepa sul muro che ho di fronte, che mio padre non volle mai stuccare. No, davvero nulla resta uguale, dopo il passaggio di questa Voce nella minuscola vita di un minuscolo essere umano.
Ventitré novembre millenovecentottanta. Duemila e settecento morti in novanta secondi. Oggi, non se ne trova parola da nessuna parte al di fuori delle mura di queste province. Per fortuna, c’è qualche voce che ancora si pone delle domande. Ma cosa sono ventisei anni? Niente. Ventisei anni non sono niente.
E’ tutto ancora qui, nel nastro di quella radio dove si stava registrando nel momento in cui.
E ancora.
E ancora.
E ancora.
E ancora.
E ancora.
E ancora.
Per chi riesce a sentirlo.
[Grazie a: max31055, Paolo Subioli, Orlando e Chiara Marra]
Tag: atlante minimo, eus voci, riastartha
…è un caso?…sono a lavoro, tra meno di 30′ andrò a casa, ma stasera non metterò tuta o pigiama prima delle otto…i denti di una bimba di otto anni nn smettevano più di battere e quella voce non la dimenticherò più…
Abbraccio
Anto
mastella, invece, ne è uscito più che indenne.
Parliamone, la sua rispettabile consorte che è stata piazzata a capo del CR della Campania pare sia stata l’unica carica regionale ad aver proferito una parola in merito. Guardi le beffe del destino.
Comunque, mi sa che ormai anche con la memoria si sia arrivati al capolinea. Non se n’è parlato? “Era ora”, hanno detto in molti.
E’ evidente: dopo ventisei anni stiamo ancora sprofondando.
Ciao Loredana… Sono trascorsi molti anni da quei giorni terribili. Mi hanno lasciato un segno indelebile. Quando tornai a Roma nulla fù nulla come prima. Fui colto da attacchi di panico. E ci son voluti anni di cure per poter riacquistare un minimo di equilibrio. In molti mi chiedono le foto per articoli di vario genere. Ogni volta che riapro quelle foto è dura. Comunque ora mi fa immenso piacere condividerle. Un caro saluto.
Scusa non mi sono firmato…
Sono Massimo (max31055)
Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi, Massimo. Mi ripeto: mi ha impressionato più di tutto la neve… la neve sopra ogni cosa, dopo. Grazie.