Llew Llaw Gyffes

  Quel fuoco fatuo, la legge: da che parte devo cominciare, per parlarne? La legge consiste nelle norme giuridiche, o nelle loro interpretazioni ad opera dei giudici, o delle giurie? E’ il precedente, o è il fatto presente? La norma o la pratica? Credo che non mi interessi granché sapere che cosa sia la legge.
  Certo, però, sono curioso delle cose che si possono far fare alla legge, ma questo disinteressatamente, senza impegno. A un bambino capita fra le mani un trattore giocattolo, lui gli dà la carica e prova a fargli scavalcare un libro. Il trattore lo scavalca bene. Il bambino piazza un altro libro qua, così, e inclina il primo. Il trattore li scavalca, non senza difficoltà. Il bambino apre le pagine del primo libro, ci appoggia sopra il secondo, per traverso, e sotto a tutti e due mette una sua scarpa. Il trattore ci prova, si sforza, gira su se stesso, ronza e ricade sul dorso, come una tartaruga, con le ruote che girano a tutta velocità, ma inutilmente. Il bambino passa poi alle matite colorate e ai puzzle, con volto impassibile. Non so che vogliate dire, signori, quando parlate di giustizia. […]
  Va bene, dunque, non ho opinioni generali sulla legge, o sulla giustizia, e se a volte pongo piccoli ostacoli, libri e piani obliqui sul cammino della legge è perché sono curioso, unicamente, di vedere che cosa succederà. Nelle occasioni in cui il motore della legge ricade impotente a gambe all’aria, mi appunto il fatto mentalmente e, senza mutare espressione, vado avanti […]. Vincere o perdere le cause non mi importa, e credo di non averne mai fatto un segreto con i miei clienti. Vengono da me, così come vogliono presentarsi davanti alla legge, perché loro credono di avere una buona causa. Io e la legge siamo del tutto indipendenti l’uno dall’altra.

[John Barth, L’opera galleggiante, 1967, nella traduzione di H. Furst e M. Testa]

***

 Strascico di una conversazione in una trattoria di Doberdò del Lago. Che c’entra?
Eh. E che ne so. Ma l’eco

["Le eco? Gli eco? Gli echi? Mh. Sono ubriaca"]

risuonava ancora, ancora e ancora, tornando a casa. Ma sarà stato lo gnocco, tutt’al più.

Comunque non è vero che non so cosa c’entra. C’entra, eccome. Ma pensavo: ci vuole mano ferma a volte, nella vita. In molti frangenti, qualche volta anche per combinare guai. Con le parole, invece, no. Forse no. Ma anche no. Vedere cosa si può farne, senz’impegno. ‘Sto trattore giocattolo, vedere dove va se. Fosse per me, lo si potrebbe far volare a gambe all’aria all’infinito. No, dico, ma sai che risate?

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