Ma…?

L’altro ieri mattina c’era ancora – perché figurati, ci avrebbe pensato la pioggia a lavar via quella grossa cacca di tortora piombata giù dal cielo giusto al centro del finestrino del lato passeggero.

Poi, sempre l’altro ieri, mi muovo di novanta chilometri verso est, parcheggio e lascio la macchina per un paio d’ore. Al ritorno sono in compagnia per il breve tratto che separa la sua auto dalla mia, e quando sto per salutarla per un attimo metto involontariamente a fuoco non il suo viso, ma il vetro che è a venti centimetri dalle sue spalle.

E non riesco a crederci. Non piove, oggi, ma del resto si vede chiaramente che… qualcuno… ha cercato… di… pulirla? Sì, pulirla. Forse con un fazzoletto, e piccoli movimenti circolari di cui è rimasta un’opaca ma evidente traccia.

Oh. Eh. Però.
Ma che città bizzarra, Gorizia.

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