Quando lo racconto agli amici, non sempre mi credono: quanto può essere diffcile, qui, trovare un po’ di basilico. Non tanto. Solo un po’.
La differenza, infatti, sembra risiedere più che altro nella quantità.
Dalle mie parti il basilico – e in generale gli odori più comuni – è una sorta di omaggio floreale personale che il fruttivendolo fa ai suoi clienti alla fine della spesa. "Aspettate, faciteve ra’ ‘nu poco ‘e addore", significa ricevere un bel fascio composto in maniera più o meno standard da:
– vasenicòla (basilico),
– àccio (sedano),
– petrusìno (prezzemolo).
D’inverno, il bouquet talvolta si arricchisce di un tubero, di una cipolla e una carota da lessare, "p’o brodo".
Da noi se ne fa un impiego larghissimo, e forse è anche per questo che i rari fruttivendoli che iniziano a tentare di lucrare su quest’usanza perdono presto la loro clientela. Scene gustosissime, infatti, può generare davanti ai banconi dei mercati ortofrutticoli l’indignazione della madre o del padre di famiglia di turno che al termine degli acquisti non si vede recapitare l’omaggio che tanta parte ha nella cucina quotidiana locale…
Altrove, invece, la situazione è del tutto differente.
Innanzitutto, qui il fruttivendolo sembra già una specie in via d’estinzione, inghiottita dalla recente e fulminante evoluzione delle entità denominate centrocommerciale e ipermercato.
Gli odori sono in vendita come tutto il resto sul bancone ortofrutta del supermercato? Scandaloso – ho pensato la prima volta che ci ho fatto caso, soprattutto per i prezzi a quali vengono venduti, il basilico in particolar modo.
Ma il vero problema è che spesso il basilico qui non è affatto annoverato tra gli odori di uso comune, per cui non viene più venduto sfuso ma confezionato in comode vaschette da cento-centocinquanta grammi (con cento grammi di basilico ci si può fare un’insalata!) e venduto a cifre che non stanno in cielo né in terra. E’ anche vero che qui il basilico, a causa del clima, viene coltivato solo in serra. Ma giustifica questo una tale disparità di pesi e misure? Non saprei dirlo.
Comunque, oggi devo preparare del sugo con pomodorini freschi per quattro amici.
Ora, senza basilico il sugo con i pomodorini freschi non ha senso compiuto.
Ora, me ne servirà tutt’al più un ciuffo.
Ma, se ne compro una vaschetta intera, non riuscirò a consumarlo tutto.
Al diavolo il supermercato. Cerco un fruttivendolo, così ne compro solo quanto me ne serve.
– "Buongiorno".
– "Buongiorno. Prego".
– "Dunque, avrei bisogno di un po’ di basilico fresco".
– "Sì, certo…" – ne prende un ramo enorme, da cui se ne stacca uno più piccolo, che afferra prontamente con l’altra mano per non farlo cadere a terra – "quanto gliene serve?".
– "Guardi, quel ciuffo che ha lì in mano va benissimo".
– "Va bene…".
– "Mi scusi, intendevo quello piccolo".
– "Ah. Ma lei avevo detto un po’".
– "Ehm… sì. E’ quello il po’ che mi serve…".
– "Va bene, va bene… dopo?".
– "Nient’altro, grazie. Quanto le devo?".
La fruttivendola alza un sopracciglio, e mi guarda con un’espressione che dice "aaaah, adesso ho capito… e brava, m’hai fregato…".
– "Tenga, va’", dice con aria seccata.
– "Ma quanto…?".
– "Ma cosa vuole che le pesi, ché di una cosa così la bilancia non lo prende neanche, il peso?".
– "Oh… eh… va be’, mi dica lei…".
– "Sì sì, va be’, dico io… tenga, tenga… arrivederci".
– "… be’… grazie mille… arrivederci".
Esco dal negozietto sentendomi quasi una ladra.
La differenza – diceva mio nonno – sta sempre nelle piccole cose.
Però il sugo era proprio buono.