Li ho trovati comodamente installati tra le fronde di un albero sotto la mia finestra una decina di giorni fa, al mio ultimo rientro. Sono venuti educatamente a presentarsi appena si sono accorti del mio ritorno, e ormai sono diventati una compagnia fissa per tutta la giornata: spesso si fermano senza timore sul davanzale che è accanto alla mia scrivania, forse rassicurati dalla zanzariera che ci separa, danno uno sguardo al di là della cortina e poi beccano con calma le briciole che lascio loro ogni mattina. Sono una coppia, e il loro attico non dista più di tre metri – in orizzontale – dal mio assai meno sciccoso primo piano. Mah, sarà questione di prospettive. Sospetto, inoltre, che stiano per metter su famiglia, perché di norma vanno a dormire relativamente presto, e si svegliano tutti i giorni alla stessa ora per andare al lavoro, un po’ prima del sorgere del sole, anche al sabato e alla domenica. Tutti i giorni. Alle quattro e mezza.
Ora, ho provato in vari modi a spiegar loro che in realtà non ci sarebbe bisogno di svegliare anche me, a quell’ora, perché i miei orari sono diversi, e li ringrazio della gentilezza ma non devono disturbarsi, ecceteraecceteraeccetera, ma loro niente. Sono talmente premurosi che non vogliono sentire ragioni, dicono che il mattino ha l’oro in bocca. Sarà. Insomma… cortesi, loro, ma irremovibili. Che carini.
Devono essere di sangue elvetico, per altro: so di per certo che non hanno orologi in casa, eppure sono di una puntualità impressionante.
[Avvertenza: la destinazione del link è un file audio di 1.2 Mb. Mi scusino il fruscio…]
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