Introversoflessa (strada)

Ci vado ogni volta che posso. Anche se sarebbe più giusto dire che ci torno.

Per vedere come vanno le cose. Per sapere come sta e come se la passa. Per sentire se ha qualcosa di nuovo da raccontare, o se vuole che io le racconti le mie novità, se ne ho.
Perché niente ha una sola direzione, quando si ha a che fare con lei: sguardo, parola, passo, anche la più consueta o generica azione.

Se la guardi, lei ti guarda.
Se le parli, lei ti parla.
Se la percorri, lei si fa strada dentro di te.
Se la tocchi, lei ti tocca.
Se le resisti, lei ti resiste.
Se non la ascolti, lei resta muta.
Se le manchi di rispetto, lei ti rigetta.

E’ cosa antica. E’ voce profonda. Che si ascolta nella corrente del Cellina, nel verde di uno specchio che tiene sospeso tra le mani, nel sole che ne accarezza la gola alle prime luci del mattino.
E’ talmente pro-fonda che non sempre è facile sostenerne il tocco, anche quando se ne viene soltanto sfiorati.

Questa era la mattina giusta: lunedì, tempo grigio e gonfio di umidità. Non un essere umano sulle strade che percorrono i territori di cui è sovrana, nemmeno a volerlo pagare a peso d’oro.

Per me, quel tratto di strada che da Montereale si vede sparire in ripida salita tra gli alberi segna il confine oltre il quale il linguaggio non ha ancora mai saputo spingersi né osare, se non solo timidamente, se non per dirne solo cose minute, piccole come gocce di rugiada su una ragnatela. Lassù ci sono le valli, le montagne, il mondo delle Eus. Dove molti cerchi si sono chiusi e altri hanno avuto il loro inizio. E dove si trova il punto in cui ogni volta che alle Voci io ritorno le Parole si spengono, per poi tornare a pulsare violentemente, come una ferita, ogni volta che da quelle stesse Voci faccio ritorno.

Perché, là, ogni cosa è Voce.
E andarci, allora, è forse tornare ad essere Voce.

Come dire: tornare ad essere.

"In primavera siamo nuovi, siamo deboli, stiamo per partire.
Giova allora sedersi in una radura(…), dove il tempo si ferma sospeso;
sedersi ed aspettare
".

(M. Corona)

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