Bisogna sporgersi un bel po’ oltre il parapetto, per vederle.
Tra i riflessi delle nuvole fluttuano pigre ed eleganti, sotto la superficie dell’acqua sfiorata dal volo di centinaia di rondini che fischiano lanciando nell’aria acuti garriti, in alto, al cielo della sera imminente.
Riposa forse, nel letto del Nonsèl, una qualche creatura… il riverbero delle cui chiome incanta e cattura lo sguardo che cade dall’alto.
E allora danzano, sull’ansa del fiume a monte del ponte, le piccole frecce del cielo.
E allora danzano, nell’acqua indolente, i capelli di qualcosa… che ha perduto il suo Nome.
Si sfiorano, senza collidere. Ma danzano. Insieme.
Sembra un sogno di tempi che non sono più.
E invece, è solo uno sguardo.
Sopra e sotto il pelo dell’acqua.
Nella corrente.
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