Il Primo Passo

 Per Luca.

Se decido di muovere questo primo passo nella lingua-mondo del blog è solo perché se ne discute da troppo tempo, e senza alcuna cognizione di causa da parte mia.
Lui dice: "Dovresti aprire un blog anche tu, è un simpatico modo per sistemare, dare un parvenza d’ordine a qualsiasi cosa possa frullarti nella testa, e non ha alcuna pretesa. In più hai modo di mettere in contatto quello che scrivi con altre persone, e non è male… spesso, uno sguardo esterno aiuta anche a dare un’altra dimensione a quello che si scrive e si pensa".
E io mi rifiuto. Categoricamente. Perché globalmente non serbo una buona opinione della Grande Rete in Connessione Veloce e del popolo che di essa si ciba. E che in essa conduce buona parte della propria esistenza. Anzi. Solo dopo anni trascorsi ad esplorare il mondo-a-portata-di-click in ogni sua manifestazione comunicativa e non – crescere tra programmatori professionisti ha certamente dei risvolti positivi – al di là di ogni frettolosa demonizzazione, sono arrivata ad avere della Rete un’idea più o meno ben delineata: Internèt è uno strumento dalle potenzialità culturali straordinarie; una risorsa di dimensioni non facilmente quantificabili e somigliante più ad una creatura dalle proporzioni anomale e deformi che ad una possibile futuribile biblioteca di Alessandria, smisuratamente sviluppata com’è in alcune aree tematiche e povera in altre. Ma tant’è. Si tratta pur sempre di un prodotto umano…
E allora?
E allora via… si parte.
La Rete sembra sempre più nettamente, con il passare del tempo, un luogo dove tutti scrivono… ma chi legge? Pochi, io credo. E fermamente credo ancora nel foglio di carta come miglior modo per scrivere, imparare, immaginare, mettere ordine. E tuttavia vorrei provare ad aggiungere a questo un nuovo punto di vista.
Opportunamente distanti gli uni dagli altri stanno quelli-che-pubblicano e quelli-che-leggono, separati da un invisibile confine di disinteresse reciproco. Fino ad oggi lavorando, studiando e viaggiando ho fatto parte – sempre più consapevolmente – della Categoria Silenziosa eppure oggi, con l’aiuto e lo sprone di una certa Personalità Totentanziana  vengo anche qui, ad ascoltare la Lingua, l’Idioma che si parla da queste parti… anche per impararlo, se possibile. Perché non c’è niente di cui si abbia più bisogno in questi tempi linguisticamente farraginosi e tutti in salita che ci aspettano. Almeno secondo me.

Lu’, m’aje fatt’ ‘na capa tanta cu’ ‘stu blog. E mo’ verimm’ ca succère… 

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